"Molto forte,incredibilmente vicino"
J.S.Foer
Quando mi risedetti accanto a lui gli chiesi che giornale stesse leggendo e se voleva dell'altro vino.A quel tempo una delle cose che mi faceva vacillare di più era notare negli altri una non totale simpatia o empatia nei miei confronti.Non aveva molta importanza allora chi avessi davanti,poteva trattarsi tranquillamente di una persona di cui non mi interessava nulla,eppure dovevo a tutti i costi contare qualcosa,positivamente intendo dire.Così,dopo la tensione che si era creata quella sera,sentii il bisogno di essere gentile nei suoi riguardi,nonostante non ne avessi assolutamente voglia,ma dovevo esserlo.Lo guardai mentre mi spiegava che giornale fosse accennando anche piccoli sorrisi.Va tutto bene,non c'è motivo di mettersi sulla difensiva inutilmente.Volevo dirgli questo con quella piccola attenzione.Ti ho osservato,ti ho guardato le altre sere,avevo notato il giornale anche,non è inutile ascoltare la tua storia,mi interessa davvero.
Non so se colse tutto questo mio sforzo di telepatia.Qualunque cosa stesse pensando continuò a raccontare.Mi bastò quello.
"Non mi guardi così.Non sono deluso o arrabbiato con lei.Per me poteva anche rientrare nel locale e non rivolgermi più parola,è liberissima di farlo.Credo però che abbia voglia di ascoltarmi e credo anche che io abbia detto qualcosa che l'ha toccata in qualche modo,da qualche parte.Sbaglio?La prego non mi faccia passare per presuntuoso ancora una volta;le dico solo quello che vedo,che sembra palese e no,non può dirmi che non si sia risentita in qualche modo.Magari però lei non lo sta pensando vero?Guardi io non volevo farlo,lasciare Marìa intendo.Può anche non credermi,ma io Marìa ero convinto di amarla profondamente la sera che mi misi a dormire e quando spensi la luce mi concentrai come avevo fatto per anni sulla sua pancia che respirando faceva un lievissimo movimento sotto la coperta.La mattina stavo così male invece,così insopportabilmente male...il petto lo sentivo sul punto di esplodere e la doccia non mi fece sentire meglio.Andai nel salone della nostra piccola casa,in un quartiere abbastanza periferico di Buenosaires,e andai verso il giradischi come ogni mattina;misi un disco di Mercedes Sosa.Accadde allora,più manifestatamente intendo dire.Marìa era accanto a me e quando sistemai la puntina sul disco la canzone cominciò ad un volume altissimo.Dovemmo metterci entrambi le mani sulle orecchie,perchè era insopportabile.Quando riuscii ad abbassare mi voltai come una furia verso di lei,temo che la guardai con un odio viscerale e profondo,in quel momento non era importante se fosse davvero colpa sua,se avesse lei mosso magari spolverando,la manovella del volume.Continuavo a guardarla duramente,chiedendole perchè,solamente perchè.Lei restò immobile,continuava a fissarmi sbigottita e non riusciva a dire nulla,mi guardava e basta.Io quello sguardo ce l'ho ancora qui e non so,un pò quello che tentavo di dirle prima,sento tutto questo molto forte,vicino,ma quando provo a ricongiungere i punti di quel nostro ultimo incontro tutto si perde,io mi perdo,il suo viso si perde.E soprattutto si perde il perchè.Perchè la odiai,perchè volli andare via,senza prendere nulla,venendo qui in Italia solo perchè da anni avevo un cugino che viveva qui;per continuare poi a fare il correttore di bozze in una piccola casa editrice,cosa che mi sembrava di fare felicemente nella mia città.ma sa,uno può stare una vita a chiedersi queste cose,ma finchè non ci si stacca dalla concretezza,dall'evidenza di alcuni fatti io credo che non si trovi proprio un bel niente.Posso continuare a chiedermi cosa non andasse tra me e Marìa,o tra me ed il lavoro o tra me e l'Argentina.Non ho trovato una sola risposta che valga la pena di analizzare,per anni l'ho fatto ed il risultato sono stati una manciata di anni vissuti più per l'abitudine a vivere che per altro.Così l'altra sera quando lei ha messo quel disco ho dovuto smettere di bere perchè per un secondo il viso di Marìa è riapparso così nitidamente da farmi male.E di nuovo la paura,la paura folle che fosse morta che io l'avessi uccisa,tra l'altro senza un perchè,senza aver trovato un motivo che potesse lasciarmi libero da lei in questa nuova vita.Ho fatto qualcosa di profondamente sbagliato e continuo a non capire dove devo riprendere il filo e ricominciare,quando sento il desiderio di farlo...ecco la sensazione di avere tutto forte e molto vicino,ma di non avercelo sulla pelle,dentro la pelle.A quel punto non so più cosa fare e semplicemente mi metto in attesa."
In silenzio tutto il tempo lo guardai con paura.Egoista e arrabbiata non pensai che a Marìa,dove fosse,cosa stesse facendo,se aveva un nuovo amore.Per lui non provai allora nesusna pena o compassione.
Quello che non mi fu chiaro allora era il motivo della mia paura.In realtà non tanto la storia,quanto il suo modo di raccontarla entrò con una prepotenza incredibile nella mia giornata.Non lo ammisi,ma temevo che concludesse tutto con uno sguardo,un parallelo lanciato tra me e lui attraverso un silenzio complice.Temevo quella sera che in fondo anche io avrei potuto uccidere qualcuno,se non lo avevo ancora fatto.Io credo che pensò questo,o fui io a pensarlo?
Lasciai che se ne andasse,dicendomi che la domenica successiva sarebbe tornato e l'ultima cosa che pensai fu che alle volte si riceve violenza da tutte le parti.In momenti che non ti aspetti e da persone che con la tua vita non c'entrano un bel niente.
Perchè lui con me,non aveva assolutamente niente a che vedere.
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3 commenti:
Forse hai semplicemnte provato odio per la sua debolezza, per l'incapacità di andare avanti e quindi scappare. Forse hai provato odio per lui perchè per un attimo nei suoi occhi vi hai visto i tuoi...
Probabilmente in modo confuso,ma si...era esattamente quello che volevo esprimere...la violenza che intendevo è quella delle volte riscontrata in una persona che racconta la sua di storia e vuole coinvolgerti per non sentirsi solo nel suo dramma.A quel punto uno (io)ci si ritrova ad "odiare"quella persona pechè forse ha captato qualche analogia con te che neanche tu sei stata in grado di vedere...e piuttosto che ammetterlo negheresti fino alla morte.
Ripeto,forse confusamente,ma è quello che lelait ha scritto il punto del mio post...
mi impegnerò per maggiore chiarezza:)
se non ci fossero queste critiche non riuscirei proprio a rendermene conto...grazie perchè così mi ricordate che qualcuno ascolta e la telepatia in scrittura non è ben accetta :)
aglaja
ps:pau hai delle foto spettacolari sul tuo blog..
A volte facciamo "nostre" le storie degli altri, senza che gli atri vogliano farlo.
Magari voleva soltanto parlarne, parlarne con qualcuno, confessare a qualcuno il suo omicidio.
In ogni caso, dobbiam esser pronti a morire per poi rinascere!
Buona giornata!
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