domenica, ottobre 22, 2006

SOLITARIO(#2)

Domenica.Ce ne sono di almeno due tipi secondo me.Lo pensai quella domenica e lo penso tutt'ora.
C'è la domenica che dura una manciata di ore,una breve parentesi di luce pomeridiana,poi presto il buio ed un leggero sonno,una sorta di lentezza che non ti abbandona fino al momento in cui ti addormenti.C'è poi la domenica di sole e freddo,iniziata presto,con un senso di accellerazione costante.Una giornata dilatata finchè e possibile,di passeggiate e vino o momenti sospesi tra il piumone ed un libro.Lunga sembra non avere mai fine.

Era una domenica così,di quelle lunghe ma solo per una casualità.La finestra dimenticata aperta la notte prima mi aveva assicurato una domenica da sveglia.Così non dovetti andare al locale dopo poche ore da che avevo lasciato il letto.Non avevo solo una vaga sensazione di colazione e attesa alla fermata e qualche viso estraneo focalizzato di sfuggita.No.quella domenica arrivata al locale avevo sulla pelle,sotto la pelle una piazza del centro con giornali e pizza del forno,sole sul ponte che attraversai per raggiungere C. al bar dove da mesi osservava e si lasciava osservare dal ragazzo che ci lavorava e che allora non credeva(immagino)avrebbe fatto presto parte della sua vita.Sotto la pelle c'era il gradino del bar ed il caffè e pagine svogliate e stropicciate e capelli lunghi,nerissimi del ragazzo.E C.sorridente.Una giornata da respirarsi lentamente e profondamente,da sentire per bene,da prendere e portare con sè.

Poi giacca viola,scarpe viola,blu del jeans.Ed ancora giacca,scarpe,blu.Cominciai a camminare verso il locale nonostante fosse molto lontano dalla piazza dove mi trovavo.Camminai,testa bassa,concentrata sui colori dei miei abiti con i quali facevo accostamenti cromatici,paralleli di pieghe ed altri giochetti visivi con i quali mi sembrava di trovare infinite simmetrie.Camminai così perchè avevo voglia di guardare e respirare forte e sentire la fatica che ti fa arrossare tutto il viso e sentire addosso una sorta di formicolio ovunque.Arrivai al locale con le tempie che mi pulsavano e inginocchiarsi per alzare la saracinesca mi fece girare la testa.
Arrivò puntuale come sempre lui.Chissà se per caso o no,per prima cosa, misi il tavolino dove lui solitamente si sedeva.Quando si sedette mi guardò e prima ancora di chiedermi il solito vino,le sopracciglia disegnarono uno sguardo interrogativo.Quando mi invitò a sedersi con lui dato che era il solo cliente ancora stavo respirando affannata e non mi accorsi che respirai così tutto il tempo in cui ascoltai la sua voce raccontarmi che era argentino e che il motivo per cui tornava sempre era che la prima sera che venne c'era un disco di Mercedes Sosa che lo avevo fatto sentire a casa.

La musica che è riuscita a commuovermi anche se io non riesco mai a commuovermi.E poi il suo viso che sa,alle volte mi è sembrato così lontano e malinconico da ricordarmi la prima ragazza con cui uscii da ragazzo.Non so chi sia lei,ma ho avuto voglia di parlarle,ma forse lei da barman ne incontra ogni sera di persone che hanno la presunzione di credere che la loro di storia valga la pena di essere raccontata ed ascoltata.O sbaglio?Io sono l'ennesimo vecchio che vuole raccontarle qualcosa,con l'intenzione malnascosta di darle un consiglio.E' strano penserà lei,dato che non so un bel niente della sua vita e di cosa fa e vuole...però che le devo dire?banalmente ho desiderato di parlarle...quando la vedo perdersi con lo sguardo chissà dove ho voglia di dirle che passa,passa tutto e allo stesso tempo di non dirle niente ed aspettare che torni a guardare tutto quello che ha accanto,anche se la sua espressione diventa meno bella,meno intensa.La sto annoiando?Posso raccontarle perchè ho così tanta voglia di raccontarle?

Lo fissai per un pò,sorrisi anche mi sembra,con la bocca storta,senza dire niente.Stavo pensando che avevo voglia di ascoltarlo.Quale consiglio però pensava di darmi?La presunzione mi fece desiderare che non mi dicesse proprio nulla.

Restai in bilico ancora qualche minuto(o forse solo secondi) tra queste due sensazioni opposte,cercando di capire quale la mia pelle ricercasse di più.
Lui prese a raccontare.Evidentemente il mio viso era stato più chiaro di tutti i miei pensieri.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e