venerdì, ottobre 06, 2006

COME FOSSE SCRITTO

"Se prima di ogni nostro atto ci mettessimo a prevedere tutte le conseguenze,a considerarle seriamente,anzitutto quelle immediate,poi le probabili,poi le possibili,poi le immaginabili,non arriveremmo neanche a muoverci dal punto cui ci avrebbe fatto fermare il primo pensiero.I buoni e i cattivi risultati delle nostre parole e delle nostre azioni si vanno distribuendo presumibilmente in modo alquanto uniforme ed equilibrato,in tutti i giorni del futuro,compresi quelli,infiniti,in cui non saremo più qui per poter confermare,per congratularci o chiedere perdono".
Josè Saramago


Sembrava sabato mattina.O forse domenica.Sarà stato per lo sciopero dei mezzi,ma per la strada non c'era nessuno.Ed i negozi erano tutti chiusi.Non ricordo se fosse festa.Ripensandoci oggi credo di no.La cucina era bianchissima,pulita dalla sera prima meticolosamente.
Misi la macchinetta del caffè sul fuoco.Già dopo pochi secondi cominciava col suo rumore classico che fa quando il caffè è pronto per uscire.
Mi ricordò quello di una barchetta che arriva in porto a motore spento.

Quello fu il giorno in cui mi arrivò la proposta di dividere l'appartamento.Non conoscevo bene i ragazzi,erano amici di amici di tante serate incrociate,sbirciate,condivise inconsapevolmente.
L'appuntamento era in un bar vicino la zona dove avevano sentito di una casa in affitto per quattro persone.Loro erano tre,mancava l'ultimo coinquilino.Avevano sentito che cercavo casa.

Credo che in momenti come quel giorno in realtà l'immobilità che sembra invadere tutto ce l'hai dentro.Ti fermi.Un attimo.Ti siedi.Come se ti mettessi in ascolto,come se avessi posto una domanda a qualcuno.Aspetti che qualcuno ti risponda.
Quand'è che avevo deciso di andare a vivere da sola?Non ricordavo neanche più l'istante preciso,tanto la decisione era radicata in me.Ci sono cose che sai,che senti.Impensabili che non siano così.Al liceo lo sapevo,sapevo che sarei andata via presto.Poi lui,anni di convivenza non dichiarata,anni di fuga da una casa all'altra.Una parentesi lunghissima.Ma solo una parentesi.
Giusto il tempo di capire e di raccogliere quel tanto di forza da poter smettere di pensare lo faccio?
Il tempo di rispondere ad una telefonata ed accettare una proposta.La prima.

Se mi capita di ripensare a quel giorno ancora oggi devo fermare tutto e sedermi.
La sensazione fu di placida inevitabilità.Non provai entusiasmo,non un pizzico di eccitazione.
Fu così.Accettai di andare via perchè sapevo da anni che sarebbe successo.
Ancora oggi,se mi concentro,ricordo perfettamente la sensazione fisica.Tutto il petto era come compresso,solo a metà,come fosse diviso in due parti uguali,avvertivo come un passaggio d'aria più forte del solito.Man mano sentivo allargarsi e diminuirsi questo condotto.Se si ingrandiva,il battito accellerava velocissimo.Altrimenti restava la quiete.Diffusa in tutto il corpo.

Restai ferma non so quanti minuti.Alcune volte sentii una spinta vaga.Sembrava bloccarmi l'idea che quella decisione era presa da tempo.Come se,invece di liberarmi,mi imprigionasse più stretta.Allora il respiro si ingrandiva ed il battito aumentava.Come tutto fosse già scelto,deciso.
Non posso fare altro.Era scritto che io prendessi una decisione del genere.Scritto da tempo.
Tutti questi anni solo per arrivare a questo momento.
Allora il petto prendeva a battere in modo incredibile.Poi,senza un motivo apparente,dopo una serie di spaccati di persone,luoghi,momenti della mia vita che in un secondo riempivano la mia testa,il respiro cominciava a rientrare nel suo condotto.Il battito si normalizzava.
Mi rividi nel momento in cui dissi si alla proposta.Mi vidi in quell'istante,seduta in cucina ad aspettare il caffè.Immobile.Tutto quello che avevo fatto si,era per arrivare a quel momento.Ma ci ero arrivata io e le possibilità che questo non accadesse erano infinite.Era successo perchè mai ho creduto che non fosse possibile.Era scritto nei miei desideri,non era scritto nelle persone,scelte,luoghi che avevo avuto intorno fino a quel momento.Era scritto nel senso che io avevo disegnato una mappa nella quale ci sarebbe stata questa decisione.E tutto quello che mi aveva portato fin lì era tutto accuratamente scelto.Non era capitato nulla per caso.Non perchè fosse tutto già deciso.
Quel giorno mi accorsi che facevo fatica a credere che il caso non esiste,nessun destino,ripetei più volte,è deciso da nessuna parte.Esiste solo quello che profondamente vuoi.
Dovetti in seguito pensare molte volte a questo "caso".Fu difficile ammetterlo che se vuoi le cose succedono davvero.
Proprio come tu avevi scritto.

2 commenti:

skan ha detto...

ciao,come va?
ti volevo chiedere se volevi partecipare ad una mia iniziativa...cioè un racconto collettivo...cioè da uno spunto iniziale un altra persona continua il racconto a modo suo fino a che gli va.... poi questo racconto viene continuato da un altro e così via...
ti interessa?
fammi sapere
visto che scrivi bene

Aglaja ha detto...

interessante...fammi sapere qualcosa!

a presto
aglaja