"Good time for a change"
The Smiths
Dura serata al locale,di noia e visi non particolarmente vivi,di pochi bicchieri di vino bevuti in solitudine,aspettando sulla porta di vedere arrivare qualcuno.Chiunque.Le serate così al caffè mi lasciavano addosso solo una sorta di anestesia nei confronti di qualunque parola o pensiero o gesto.
Come tenere il corpo intero in tensione,senza respirare mai profondamente,come sentire ogni piccolo poro della pelle tappato e impermeabile all'esterno,qualsiasi cosa del mondo fuori e dentro di me.Semplicemente così,scivolandosi addosso le ore.
Per favore,per favore,per favore.
Tennì gli occhi socchiusi in motorino durante il rientro verso casa perchè il freddo era ancora forte.Saliì le scale di casa con la musica ancora nelle orecchie e provai fastidio perchè le chiavi e i fili delle cuffie ed il segnalibro avevano creato un meraviglioso incastro.Entrai in silenzio nell'ingresso con ancora la sensazione di scomodità vicina.
Poi la puzza fortissima di bruciato.Credo non mi accorsi nemmeno del rumore che fece la mia borsa una volta crollata a terra,restai ferma poi aprii velocissima la porta della cucina.
Non c'era un'immagine precisa che nel frattempo la paura aveva creato nella mia mente,nessuna idea di cosa potesse essere.Ma sicuramente non mi aspettai quella notte di vedere quello che vidi.
Mia sorella nel fumo,mentre mordendosi le labbra sfornava qualcosa di completamente carbonizzato.Aveva aperto la finestra e chiuso la porta per non svegliare mamma che dormiva e tentava di arginare tutto versando dell'acqua su quella che poi capii essere una torta.
Continuai a guardarla sorridendo e l'unica cosa che riuscii a fare fu sedermi e sentire sciogliersi sottopelle qualunque cosa fossi riuscita a trattenere per tutta la sera.
Mia sorella intanto agitava lo strofinaccio e si guardava e mi guardava e se la prendeva con il gatto.Io continuavo a sorriderle.
Glù...mannaggia,volevo farti una sorpresa,te l'ho fatta eh?Era una torta al cioccolato con zenzero e cannella,la tua preferita...ma non so cosa ho sbagliato,non mi capita mai lo sai...e poi guarda pure questa canzoncina anni cinquanta stupida per radio,mi sento veramente ridicola...però domani ritento,ma guarda cosa ho combinato...
La guardai molto attentamente,come fosse cambiata eppure ogni mattina ed ogni notte la ritrovavo magari in salone ad ascoltare musica,eppure quella sera mi sembrò diversa tra quel fumo e l'odore dello zenzero bruciato.
Prima di abbracciarla cercai di ricordare il suo visetto in una nostra foto da piccole,in balcone mentre io guardavo l'obiettivo e lei me.Mi sforzai di ricreare i suoi lineamenti di allora.
Dovetti promettermi il giorno dopo di ricercare quell'album di foto,tanto in ogni caso avevo deciso di cominciare a svuotare camera.
Quella sera mi sembrò l'unica soluzione possibile perchè non riuscivo davvero a ricordarla o a trovare qualche somiglianza col viso che in quel momento era raggomitolato sulla mia spalla.
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5 commenti:
Meravigliosa come sempre...! Le persone intorno a noi cambiano (o forse siamo noi a cambiare? o a cambiare loro?) e ce ne rendiamo conto sempre nei momenti più improbabili.
sul commento relativo alla latitanza maschile avrei da ridire....leggo tutto ma non commento...i tuoi post si commentano da soli...sarebbe come commentare "compagni di sbronze" di Bukowsky o "walzing Matilda" di Tom waits...non avrebbe senso...puoi solo consigliare di leggerlo o ascoltarlo...
fedele lettore e infedele commentatore
Inoha:non lo so e tra il fumo quella sera cercavo di capire proprio quello...chi è cambiata?chi?
Rica:è la frase che mi è risuonata anche a me più forte di tutte.Me la ripetevo e ripetevo.Sei incredibile.
Calabbrog:posso solo sorriderti caro il mio fedele lettore non-commentatore.
Veramente solo sorridere.
Grazie
aglaja
dove tisei rifugiata?
Problemi di connessione e di alloggio ancora non definito,hanno ritardato i miei scritti...ma una pausa dal caffè ogni tanto serve.
Vediamo cosa ci racconterà Milano:)
a prestissimo.
aglaja
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