sabato, settembre 23, 2006

UNA GIORNATA SENZA PRETESE(2parte)

"and imagine you're a girl just trying to finally come clean knowing full well they'd prefer you were dirty and smiling. And i'am sorry i'am not a maiden fair,and i'am not a kitten stuck up a tree somewhere"

A.Difranco


Finii di togliere i bicchieri rimasti sui tavoli.Le utlime persone erano uscite dal caffè,abbastanza velocemente,con i visi che lasciavano intravedere abbastanza chiaramente quanta poca voglia avessero di tornare nei loro uffici.
La bionda ed il marito si erano seduti al primo tavolino per fare la chiusura giornaliera,io cominciai a ritirare i tavolini e le sedie da fuori.

Verso le 3del pomeriggio,l'ora in cui chiudevamo,non passava quasi nessuno per la strada.L'enoteca aveva già chiuso,così come l'alimentari e il giornalaio.
Rimaneva solo qualche donna,vestita di bianco e beige,che rientrava con calma :poggiava per un minuto la bicicletta al muro,estraeva le chiavi ed apriva i l cancello che dava su piccoli cortili interni.

I palazzi erano imponenti,ma l'architettura non mi dispiaceva affatto.La piazza vicino il locale non aveva niente di particolare a parte questi vecchi edifici e svariati alberi.Però sapeva di notti d'estate e persone che a fine giornata si tolgono la cravatta e si fermano un attimo a respirare prima di tornare per cena.
C.forse avrebbe trovato casa lì vicino,proprio davanti il caffè.Anche lei come me tentava di andare via.
Ne eravamo entrambe certe,ma non abbastanza forse da smettere di fare conti su conti e vedere se ce l'avremmo,economicamente,fatta.

Rientrai con i tavolini,mi tolsi la parannanza nel piccolo spogliatoio,mi riguardai un attimo veloce allo specchio,ma dovevo andare.Neanche questa volta riuscii a fermarmi un attimo.

"Cri niente caffè e sigaretta oggi..."
"Ma come sarah?e che fai mi lasci così?dov'è che devi andare eh?!" Cristina diceva sempre queste frasi senza nascondere nessun sorrido o malizia.
"Ma guarda che sei...niente di quello che immagini,vado a consegnare i documenti per la borsa di studio"
"Se se...la borsa di studio..." e scoppiò a ridere.
"Vabbè cri" le dissi afferrando la borsa e uscendo dalla cucina"tanto il tempo che utilizzerei a convincerti sarebe sprecato.Ciaooo...a domani"le sorrisi e me ne andai.
Uscendo incrociai lo sguardo dei due proprietari,che tutti quei giorni erano rimasti abbastanza sulle loro.

Ecco.Una volta fuori respirai forte e mi accorsi che c'era una temperatura completamente diversa.E mi accorsi che c'era molto silenzio.
Al caffè solitamente si lavorava tanto,ma solamente tra le13 e le14e30:era quella l'ora in cui arrivavano tutti gli impiegati dagli uffici che volevano mangiare in quindici minuti circa.
Le prime due ora scorrevano rilassate,anche perchè eravamo sempre solamente io e cri.Sistemavo la sala,olio-sale,il pane da tagliare,i tavolini fuori,l'apparecchiatura con le tovagliette all'americana e poi avevo tutto il tempo di chiacchierare e bere cappuccini e caffè.
Poi arrivavano i proprietari,cri si murava in cucina e allora il tempo si comprimeva,cominciavo ad accellerare sempre di più,il disco che avevo messo cominciava ad essere coperto dalle voci sempre più numerose.
Durante quella parentesi di tempo i gesti erano rapidi ed automatici,non c'era il tempo per soffermare lo sguardo più di pochi istanti sulle persone che mangiavano ed in generale il contatto su tutto quello che avevo attorno era pari a zero.
Poi quando,piano piano,tutto si svuotava,risentivo la consistenza delle tazzine tra le mie mani,riascoltavo il disco che non si era mai interrotto,notavo quando stesse bene al caffè il verde delle nicchie ed il muretto tutto intorno le pareti.

Ero fuori comunque.Sistemai i soldi in borsa,pochi a dir la verità e con il motorino mi diressi verso il caf per i documenti.

Non mi ero accorta fosse così tardi,dove mi ero soffermata per aver perso tanto tempo?Entrai veloce e tentai di dimenticare che questo ufficio fosse proprio sotto casa di lui.
Scesi tre scalini e mi ritrovai un ragazzo alla scrivania che parlava al telefono.Mi fece l'occhiolino come se ci conoscessimo da tempo.Continuava a parlare tranquillamente,senza farsi alcun problema.Mi guardai intorno e vidi alle pareti manifesti politici,sinistroidi.Dovevano avere qualche anno;per il resto c'era forte odore di sigaretta e diverse porte dipinte di rosso.Tutte chiuse.
Ci mise qualche minuto ad attaccare ed occuparsi di me.Intanto mi guardavo intorno e mi accorsi che quella non era la sede del caf.Ero entrata nella porta sbagliata.Questa era la sezione giovani dei DS.
Vattene no?che diavolo aspetti?gli fai un cenno e te ne vai...capace che altrimenti chiude davvero il caf ed allora addio borsa di studio senza neanche provarci.insomma?perchè diavolo non ti alzi da questa sedia?che figura fai tanto?ecco sta finendo di parlare,invece di stare poi lì a raccontare che...

Troppo tardi.Il ragazzo mi guardava interrogativo,ma sorridente.Divertito?Non sono brava a nascondere i miei pensieri.O meglio,alle volte sono più chiari a chi mi osserva da fuori che a me stessa.Ma perchè alle volte non si fa la cosa più semplice che si possa fare?E cioè quello che si desidera fare?
Potevo prendere ed andare via,invece mi sentivo inchiodata a quella sedia e per di più a disagio.Ne provavo migliaia di sensazioni così ed ogni volta mi tornava in mente la stessa frase "l'insicurezza toglie qualsiasi sensualità ad una donna".Non che ci credessi davvero.Me lo dicevo per punirmi un pò.
Continuava a guardarmi così cominciai a dirgli dell'equivoco.Sperai di salvarmi da una conversazione inutile commentando una bella fotografia di un tanguero appesa dietro di lui.
Mossa sbagliata.(O giusta?) Si alzò in piedi,mi venne vicino e cominciò ad improvvisare alcuni passi.Mi ivnitò a ballare.Sentii una sorta di tachicardia crescere.
Perchè sei sempre così rigida?perchè non riesci ad essere "fisica"con le persone?me lo diceva sempre anche "lui",che respingevo gli abbracci.
Senza pensarci e per sottrarmi all'invito,gli dissi che cercavo da mesi una scuola di tango e nel giro di pochi minuti mi ritrovai al motorino sistemandomi il casco con in mano il suo numero di telefono.Insegnava tango in sezione.Mi avrebbe chiamato appena fossero iniziati i corsi.

Accesi il motorino e mi venne da ridere.
Cominciai a dirigermi verso casa.Avevo voglia di cenare qualcosa di veloce e poi vedere C. per il nostro giro notturno.
Volevo stare poco,il minimo a casa,fare un pieno di libri da portare a C.per leggerne,come al solito dei pezzi.
Tornando passai davanti il mio vecchio liceo,un bar che frequentavo sempre,case di amici che non vedevo da tempo,il primo locale dove lavorai,la casa vecchia di lui,il bar delle cioccolate,il pub delle riunioni del primo giornale della scuola e dei primi concerti.
Poi cominciai a vedere i pini e la campagna,ancora una curva e sarei arrivata nella vera borgata.Casa.

Pensai agli ultimi sette-otto anni della mia vita e li sentii pieni.
Sentii anche che avrei potuto lasciare tutto questo ora,senza pensarci un istante di più.





6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti aspetto per ascoltar i tuoi racconti sulle lezioni di tango, sempre che mantengano le promesse...che noi sappiamo come sono questi politicoidi.

Cosa bevo?!?!?! Bhe, lascio fare a te, sei tu la barwoman.

ah, ho messo un segnalibro fra i miei appunti arrivar da queste parti, velocemente.

A presto...

Anonimo ha detto...

Talvolta le consapevolezze ci mettono un pò ad arrivare, ma poi si gustano di più...

sly

Aglaja ha detto...

per quei di bar sport...:
le consapevolezze che si gustano di più.e il bello è che quando ne hai conquistata una nuova sei così felice da non poter far altro che protenderti verso il futuro.nient altro.

lasciatevi offrire due tequila sunrise..può andar bene?!(è quello che mi viene meglio;)
nell'attesa di qualche storia di tango ed altro...

saluti dal caffè!
a presto...

skan ha detto...

buongiorno

Anonimo ha detto...

sono Rica, ho accettato il tuo invito e mi sono seduta sullo sgabello alto: mi è piaciuto,ed eccezionalmente ho sorseggiato un Manhattan, però ci stava bene.
C'è questa onda di malinconia, sottofondo ad una fame di vivere una esistenza realizzata di essere umano che può finalmente occuparsi delle sue esigenze e fottersene dei suoi bisogni.Li ho letti tutti e li ho apprezzati, ti preferisco quando parli di moti interiori e di atmosfere piuttosto che nei dialoghi, quelli li sfoltirei alla grande.Un bacino ed un grazie per questo mondo soffuso che profuma di caffè e di drink.

Aglaja ha detto...

ciao rica!grazie per essere passata al mio caffè;)ho preso la tua mail,presto ti scriverò per spiegarti cosa avevo in mente...accetto ben volentieri la critica sui dialoghi che,ti dico la verità,non mi convincono mai fino in fondo...ed evidentemente si"sente"!

per qnt riguarda il tono"malinconico"...bè,molto si basa su ricordi di un anno fa,molto è costruito su sensazioni che provavo allora miste a quelle attuali...non mi stupisce quindi che appaia così,anzi!sono felice che ti sia arrivato...perchè,come dire,ci hai preso...
una domanda:ma segui dei gruppi di massimo fagioli?è una curiosità,magari ne parliamo via mail...

a presto!
aglaja