lunedì, settembre 18, 2006

UNA MATTINA,TRA LE TANTE MATTINE...

"Se tu sarai capace di stare senza attesa,vedrai cose che gli altri non vedono,quello a cui tieni,quello che ti capiterà,non verrà con un'attesa"
E.De Luca

Credo che ci siano mattine,in cui ancora prima di aprire gli occhi decidi quale sorte avrà la tua giornata.
Lo decidi tu,e gli eventi esterni saranno solo un pretesto per avvalorare la tua tesi.
Credo ci sia,ogni mattina,un attimo di sospensione in cui,ancora accucciati nel proprio letto,con un residuo di immagini notturne nella mente,decidiamo se quella sarà una bella o brutta giornata.
Un attimo di sospensione in cui scegliamo se imprigionarci o liberarci per tutto il resto del giorno.

Quella notte avevo sognato new-york e della cioccolata.
Non ricordavo con chi fossi,o perchè stessi a new-york.Nè perchè stessi mangiando della cioccolata.Intuitivamente pensai che fosse stato un bel sogno.Dovevo solo decidere se stare con quella sensazione o cercare di capire che legami quel sogno potesse avere con la mia realtà e quindi,con tutta probabilità,perdere quella sorta d' indefinito benessere che mi aveva lasciato l'immagine.

Suonò la sveglia a lungo ed io tentai di non aprire gli occhi.
Sapevo che sarebbe stato più difficile tenere con me,in me quell'emozione buona se il mio sguardo fosse inciampato in un libro,un cd,un bicchiere vuoto un posacenere zeppo,in qualsiasi cosa avesse potuto ricordarmi altro,rimandarmi ad attimi non felici.
Sarebbe stato difficile guardare tutto quello che mi circondava come semplici "cose",alzarmi,vestirmi,uscire e andare al caffè proteggendo la mia immagine notturna.
Così continuavo a stare con gli occhi chiusi e ferma nel mio divanoletto il più possibile.
Era dura,durissima.Avevo paura che svanisse,avevo paura di me;me che probabilmente non sarei riuscita a difenderla con le unghie quella sensazione.
Mi sembrava di tenere una vela contro un vento fortissimo,conscia del fatto che un minimo movimento avrebbe cambiato la mia direzione.

Suonò la sveglia ancora una volta.
Partì anche la radio che annunciava che la giornata in città sarebbe stata calda,nessuna ombra della pioggia del giorno precedente.
Occhi ancora chiusi.
nessun rumore,potevo restare così ancora qualche minuto...
Lo speaker poi annunciò una canzone.
"Bridge over trouble water" di Simon&garfunkel.
era la mia occasione.L'occasione per legare al mio bel sogno notturno,immagini coscienti legate a quella canzone che avrebbero imprigionato la mia giornata.

Mi alzai di scatto.filai in bagno ed aprii il getto dell'acqua fredda.
Corsi in cucina,misi il caffè sui fornelli.
Scelsi una maglia verde,diedi da mangiare ai gatti.
La canzone ancora suonava,ma era agli sgoccioli.Se ricordavo bene ancora una strofa e sarebbe finita.
Bevvì il caffè,mi guardai di sfuggita allo specchio,legai i capelli in alto.

Feci fatica a non socchiudere gli occhi quando uscii di casa.
Presi il motorino.
Ero contenta di dirigermi al caffè.



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