Stamattina a Roma fa veramente freddo.
Non importa quanti gradi. Sono cose queste cui si deve credere e basta.
Alle otto del mattino Trastevere è deserta. Ora, quello che mi domando ossessivamente, finchè non arrivo a lavoro è: davvero la gente può permettersi di non uscire di casa solo perchè fa freddo?
Nel senso che io NON posso e di conseguenza non capisco come altre persone possano farlo.
Che poi è quello che mi domando anche il lunedi sera quando, sempre Trastevere,è piena di gente.
Lu-ne-di sera. Il dubbio è disarmante: "Ma la gente non fa una minchia domattina?".
No, perchè io si,quindi...ragionamento come sopra.
Comunque.
Il gelo mi ha ricordato una giornata trascorsa con Chiara ad Ostia questa estate,mentre eravamo in attesa di vedere materializzarsi davanti ai nostri occhi "La vacanza" (entità oramai astratta.eravamo fin troppo sfiduciate).
Di seguito il fedele reportage.
Un giorno qualsiasi di luglio.
Non in un posto qualunque: Ostia, Capocotta,tra I Cancelli e Torvaianica.
Accucciata sul mio asciugamano guardo Chiara, dalla mia prospettiva orizzontale, leggere "Alternative al socialismo". Lo accetto come un dogma di fede. Lei è bella e convinta, come solo lei sa essere con 58 gradi e il vicino, naturalmente,molesto che tenta di coinvolgerci in svariate e differenziate attività.
Nello spazio della mia mente riservato alle masturbazioni mentali mi alzo, cammino verso il vicino, sfoggio un sorriso ambiguo, mi scosto un riccio dala viso (gesto che sicuramente lo distrae) poi lo meno. Inesorabilmente.
Nello spazio della mia mente riservato alla percezione esatta della realtà, mi volto verso Chiara e la supplico con lo sguardo: smetti di leggere, facciamo il bagno, uccidi il vicino.
Lei mi guarda "...nuova immagine della sinistra giovanile".
La guardo catatonica.
"Che cazzo Egle.Ci vivi anche tu in questo Paese..si, è ancora il t-u-o Paese!"
(sono sicura che a questo punto il vicino si è girato e sorride).
Opto per E.T. che funziona sempre.
Pronuncio più e più volte la parola Pa-e-se con la vocina dell'esserino marrone che voleva telefonare a casa.
Ha ceduto. Sorride. Si fa il bagno. In quattro secondi si alza, in tre corre verso il mare. In due bestemmia perchè la sabbia brucia, in uno si gira per vedere dove sono,ma non mi vede.
Io sono in ginocchio che rido sguaiatamente.
Raggiante mi dice di seguirla. "Devo farti vedere un posto meraviglioso".
Come no. Ad Ostia. Io penso:
- è impazzita a causa dei 58 gradi ed ha puntato la Sardegna. La raggiungerà a nuoto.
- è diventata un anfibio e vuole farmi esplorare l'incommensurabile bellezza degli abissi capocottiani.
- ha detto questa frase pensando a qualcun altro in qualche altra situazione.
Invece ha ragione, come sempre. Credo sia la prima ad aver superato la barriera di alghe, l'unica ad essere arrivata fino alla boa. Che si sappia: a 500 metri dalla riva l'acqua di Ostia è PU-LI-TA. Io la seguo, nuoto arrancando un pò, naso arricciato,fronte alta.
"Vedi? Sei felice come un feto che sguazza nella pancia della mamma".
In questi momenti le voglio veramente bene.
Effettivamente sono felice. Anche se alle nostre spalle una nave sta prendendo fuoco e il nostro vicino ci ha seguite.
In ogni caso, sentiamo di potercela fare.
lunedì, ottobre 22, 2007
S'E' FATTA ORA
" A quel punto mi ero accorto che cercare era il mio destino, l'emblema di coloro che escono la notte senza alcuna precisa intenzione,lo scopo degli assassini di bussole".
Cortazàr- Rayuela
Qualche volta è necessario cambiare immagine per cambiare strada.
Rieccoci.
Cortazàr- Rayuela
Qualche volta è necessario cambiare immagine per cambiare strada.
Rieccoci.
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